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Ushguli, Regione dello Svaneti, Georgia. 

Il viaggiatore ha spesso il vizio di voler proseguire per vedere cosa c'è oltre. Non è il caso di Ushguli, dove si ha la sensazione di essere arrivati all'ultima frontiera del proprio viaggio. Protetto dalle montagne del Caucaso e dalla vetta più alta della Georgia, lo Shkhara e i suoi 5193 metri, a 2100 metri di altitudine, ci si trova davanti all'insediamento più alto d'Europa. Per arrivare, una strada percorribile solo in 4x4 e chiusa sei mesi all'anno per neve.

L'Unesco protegge questo paese, i suoi koshi, le torri di difesa medievali, accorpati ai machubi, le stalle-abitazioni a cui sono conglobati nonché i loro 200 caparbi abitanti che non lasciano il paese e sanno che a proteggerli c'è anche un naturale e lungo isolamento.

Sembrano instabili queste torri, quasi in procinto di crollare, ma sono lì dal medioevo a difesa degli abitanti, sia dalle invasioni straniere che dalle sanguinose faide tra i clan locali. Ci viene detto che 300 famiglie si sono estinte a causa delle rappresaglie tra i clan e non solo per la preminenza territoriale.

In base ad un'antica tradizione caucasica, le donne vengono sequestrate e rinchiuse nelle torri finché accettano di sposare i loro rapitori. Alcune scappano e tornano dalle loro famiglie ma da quel momento verranno disprezzate dagli abitanti dei villaggi e spesso finiscono per tornare dall'uomo che le ha rapite per evitare guerre tra i clan rivali.

Le torri quindi non servono solo per proteggere, ma anche ad imprigionare le donne rapite: non hanno apertura al piano terra, ma solo al primo piano al quale si accede con una scala retrattile. Gli altri quattro o cinque piani sono collegati da una piccola apertura, in funzione difensiva.

Nella speranza che anche la mia presenza di viaggiatore possa cambiare la mentalità di una società così discriminante, il mio pensiero vaga e mi immagino Argonauta, nell'antico territorio della Colchide, alla ricerca del mio personale Vello d'Oro.